Macchina Senza Nome
Ecco a voi la Macchina Senza Nome. Precediamo la descrizione però per ringraziare uno dei cugini di Charles Darwin, Sir Francis Galton, quando in pieno Ottocento e tra la miriade di progetti a cui lavorava, ideò la Quinconce, anche chiamata ‘Macchina di Galton’. Uno strumento di facile costruzione, consiste in un piano verticale, sul quale sono piantati perpendicolarmente dei pioli posizionati secondo la configurazione del quinconce (ossia come la rappresentazione del numero 5 sulla faccia di un comune dado da gioco, da cui il nome). Da una fessura, posta in cima a tale piano, vengono fatte cadere delle palline (le quali, urtando i chiodi, si dirigono verso destra o verso sinistra). Sul fondo sono collocati dei contenitori verticali, dove le palline si depositano l'una sull'altra, formando delle pile. Al termine dell'esperimento, le altezze di queste pile assumono approssimativamente la forma di una curva a campana o anche detta curva di Gauss. Il marchingegno che potete osservare voi, più comunemente soprannominata la "Macchina Senza Nome” fa cadere grazie all’uso di un motorino delle biglie contenute in un’enorme spirale. Le biglie appena fuoriuscite dal foro in cima scontrandosi la prima piramide potranno attraversare un possibile foro in direzione Nord, Est, Ovest oppure Sud, con la stessa probabilità di ¼. Analogamente raggiunto il secondo livello e così via. Capirete bene, guardando la macchina, che per arrivare ai cilindri più esterni, e quindi prendere i fori più vicini al vetro, ci sarà solo una strada percorribile, mentre spostandoci verso il centro i percorsi che portano ad una determinata colonna aumentano. Quello a cui si assiste è che lasciando cadere un grande numero di biglie all’interno esse si andranno a distribuire dentro i cilindri all’incirca con le medesime probabilità della scelta dei possibili percorsi, nonostante di per sè i singoli cammini siano tutti equiprobabili se presi singolarmente. Come per la Macchina di Galton che va a ricreare la curva Gaussiana, la Macchina Senza Nome va a ricreare quella che potremmo definire montagna Gaussiana. LAVORO A CURA DI: LORENZO CAPELLI - SARA TESTORI - BARTOLOMEO MAGNANI CON LA COLLABORAZIONE DI GERMANO TODESCO